Naturalmente questo articolo esprime una mia personale opinione, che andrebbe sicuramente sgrezzata e sottoposta a un vaglio critico, in poche righe ho tentato di esprimere un’idea, che non dovrebbe concretizzarsi “as is”, ma solo un seme, forse provocatorio, per giungere ad una nuova concezione di comunicazione ed implementazione della sicurezza informatica.Insomma, la sicurezza informatica va introdotta con “umana” comprensione, anche perché chiunque sa che la sicurezza non è un prodotto ma un processo, quindi non si “blinda” al 100% niente, anche creando documentazioni enormi, in conclusione se si rendono più “reali” le minacce e le vulnerabilità informatiche, non pensando che l’azienda che produce provoloni debba essere attaccata da Anonymous, ma adattando il vero scenario alla logistica, l’infrastruttura, l’uso informatico, il valore dei loro beni informatici, ecc.
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